
Si sa, soprattutto in quest’ultima generazione, l’influenza di una personalità forte e priva di freni va spesso a incidere su una che in genere cerca di stare lontana pericolose complicazioni. Sembra inevitabile e ad un certo punto, e senza nemmeno desiderarlo per davvero, la tranquillità si lascia coinvolgere da un turbine di emozioni che credeva inesistenti, e che solo la trasgressione può dare. Accade proprio questo a Carolina in Amicizia Pericolosa. Si lascia trascinare da qualcosa di impalpabile ma eccessivamente eccitante, che solo Sascha sa trasmetterle.
Carolina è la tipica ragazza di buona famiglia. Pensa allo studio e fa di tutto per non deludere i suoi genitori, insomma, la figlia perfetta. La sua vita è organizzata nel minimo dettaglio, non avendo amici, può dedicarsi a perfezionarsi sempre più. Di certo non può immaginare che i suoi giorni siano destinati a cambiare grazie o per via (dipende dai punti di vista) di un semplice incontro.
Sascha è un uragano di emozioni, contraddizioni e trasgressioni. Non conosce il significato della parola “STOP”, e nemmeno l’esistenza di una incognita chiamato “PERICOLO”. La sua psiche e il suo inconscio la spingono ad allontanarsi da una vita fatta di regole, che non intende in alcun modo accettare.
Alla fine in quale contesto i ragazzi si conoscono e fanno amicizia? A scuola, ovviamente. Uno di quei luoghi dove per “SELEZIONE NATURALE” vanno incontro e legano con coetanei che possono farli stare bene e a proprio agio.
Proprio in un’occasione come questa, Carolina e Sascha si incontrano. Nessuna delle due sa come andrà a finire, o forse sì? Sascha legge negli occhi di Carolina la voglia di emergere, liberarsi da quelle catene dorate, dal sapore di perfezione a cui si è legata. Per la giovane trasgressiva, sembra invece giunto il momento di abbandonare la solitudine, e stringere la sua prima e vera amicizia, che di certo non sarà tranquilla. Carolina a sua volta vedrà in Sascha uno spiraglio di novità che non può fare a meno di assaporare, ciò la porterà a scoprire quella che per Sascha è la pura normalità seppur molto rischiosa.
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