Nella fase di preparazione, il racconto prevedeva quattro personaggi intorno ai quali sviluppare la storia, più un quinto cui affidare compiti di raccordo e sintesi.
Alla fine ne abbiamo eliminato uno per fornire agli altri una caratterizzazione più approfondita.

Edward Jenkins è un giovane avvocato rampante; ha avuto alti e bassi nella sua carriera ma crede in se stesso e quando trova ostacoli al successo, usa ogni arma a disposizione per superarli. Crede nella scienza, è analitico, arrivista e amante della bella vita.
Angus Cullen, al contrario, è nato e cresciuto in una famiglia fortemente religiosa; ha appreso i dettami del calvinismo e li applica alla vita di tutti i giorni convinto che il successo personale sia un dono divino. È un consulente finanziario di grande talento, apprezzato e in forte ascesa.
Victor Cooper, invece, è un uomo borderline; ha dilapidato la fortuna di famiglia, si è trovato costretto a reinvitare la sua vita e non ha problemi a frequentare i bassi fondi della città, dove può soddisfare ogni vizio. Prende tutto con ironia, non è particolarmente religioso e ama far credere di essere poco interessato al giudizio degli altri.
I tre personaggi, all’apparenza, non hanno sulla a che vedere l’uno con l’altro, mentre lo sviluppo della storia svelerà il trait d’union che li rende molto più simili di quanto si pensi…
Tratteggiati nelle loro linee essenziali e lasciato allo scorrere della notte il compito di approfondirne il carattere, il passo successivo era creare una sorta di catalizzatore, un personaggio in contrapposizione con il compito di “accompagnare” i dubbi e le paure dei tre. Abbiamo preso spunto dalle iconografie classiche del genere per dare vita a Mr. Ferry, uomo ambiguo che calza uno strano cilindro di colore rosso con benda laterale bianca, appare dal nulla e si ignora quando e perché sia salito sul treno. Interrogato, risponde con ambiguità, usa una dialettica criptica e appare quasi come un personaggio decontestualizzato. Eppure è l’unico che sembra conoscere la destinazione e il fine ultimo del viaggio, ma è restio nel porgere il benché minimo sostegno e anzi si materializza come l’ennesima ambiguità, in grado di rendere il viaggio il “meno” confortevole possibile.
Possiamo considerare Mr. Ferry come punto di attrazione intorno cui ruota tutta la filosofia che è alla base della storia. Sarà lui a dare senso agli accadimenti straordinari che i protagonisti vivranno durante la notte; una notte senza stelle, fredda, nebbiosa, con una pioggia fitta a nascondere ogni paesaggio.
Come anticipato, la storia poggia su una filosofia particolare, da scoprire pian piano, e su quella prosegue fino all’inevitabile epilogo. Una filosofia che sarà discussa nella terza e ultima parte di questo “dietro le quinte” del romanzo.
Francesco Cheynet & Lucio Schina
Rispondi