Scrivere una storia non è facile come sembra. Ho sempre pensato che la scrittura fosse qualcosa di pericolosamente intimo, un modo per uscire da se stessi per atterrare in qualcun altro, strappando la propria essenza, la propria anima, in centinaia di piccoli pezzi, per regalare ogni frammento ad un personaggio.
“Le streghe di Moonvalley” è nato in periodo particolare della vita di ognuno di noi. Nel Marzo 2020, in pieno lockdown, ho pensato di mettere finalmente per iscritto una storia che mi solleticava la mente da talmente tanto tempo che neanche ricordo come sia iniziata. Avete presente quando un’idea vi frulla per la testa, un concentrato di immagini e pensieri nebulosi, dai contorni sbiaditi, un qualcosa di impalpabile come nebbia ma presente in ogni angolo della vostra mente? La storia di Liv, Julian, Cordelia, Chris e Weenie è stata questo per me. Per anni ho fantasticato su questi personaggi, immaginando i dettagli più insignificanti, dai cappuccini assurdi che Liv e Julian bevono tutti i giorni, ai look trasgressivi e dark di Cordelia, dalle ridicole frasi stampate sulle t-shirt di Julian, all’amore platonico di Chris e Weenie, senza dar mai forma ad una trama fatta e finita, immaginando il contorno più che soffermarmi sulla forma. Poi, ecco manifestarsi il momento, l’attimo in cui capisci che una storia non è più soltanto un ammasso confuso di idee, ma si è evoluta in qualcosa di delineato e definito ed è lì, a portata di mano, pronta per essere raccontata.
“Le streghe di Moonvalley” è come un diario, contiene citazioni, pensieri, passaggi e interazioni, il mio intero mondo. Chi mi conosce davvero saprà trovarmi in ogni parola, in ogni dettaglio, anche nel più insignificante, perché questo libro non è altro che l’altra faccia di me stessa, un codice per leggermi dentro, ed è fantastico e terribile allo stesso tempo, penso, immaginare che qualcun altro possa leggerlo.
Liv Cromwell ha diciassette anni, è una strega e discende da una delle tre famiglie fondatrici di Moonvalley, una piccola cittadina del Rhode Island che vanta sette cimiteri monumentali, un castello infestato da una comunità di fantasmi, un Broom and Witchcraft per soli turisti stregoni e un bagaglio di folklore pari alla vicina Salem. La sua vita procede con la tranquillità tipica delle piccole cittadine eppure, alla vigilia dell’annuale Gran Ballo di Ognissanti, la vita della ragazza viene travolta da una serie di eventi concatenati che la spingeranno a crescere, cambiando il suo modo di percepire il mondo e le persone che la circondano. Un viaggio interiore che la porterà a scandagliare la propria essenza fino a scontrarsi con il fulcro di un potere che non credeva di avere, lei che è sempre stata assolutamente negata per la magia. Grazie ad alcune informazioni lapidarie strappate dalle labbra della nonna, Liv e suoi amici scoprono dell’esistenza del popolo Sidhe, una Corte di fate violente e sanguinarie che secoli prima aveva cercato di uccidere le streghe. Una vecchia storia, questa, che per secoli è stata sepolta ma che ora sembra stia per ripetersi. Inizia così per i protagonisti un viaggio nel passato, attraverso vecchi documenti sepolti negli archivi del Lunastero, rituali andati male e attacchi delle fate che mieteranno molte vittime fra i membri della Congrega, il tutto costellato da una buona dose di mistero, i cui intrecci vengono lentamente districati dalla tenacia di Liv e dei suoi amici.
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