
Ne uscirete a brandelli. Vi avvisiamo. A vostro rischio e pericolo. Una lettura spericolata negli antri di una umanità cannibale. Di carne ed emozioni. Che mastica e sputa con la stessa facilità con cui la morte spezza illusioni e magie.
Quando si entra in questi racconti… Ne uscirete, tranquilli, ma non sarete più gli stessi. Di sicuro. E così, mentre in queste ore vi accingete alla lettura, noi completeremo il nostro puzzle.
Vi daremo gli altri sette indizi e avrete I Tredici. Oggetti. Legati alle altrettante vicende e ai loro protagonisti.
Ma prima vi presentiamo lei, la nostra autrice: Irene Lorelai Visentin.
La sua penna è micidiale. Ma senz’altro vorrete sapere qualche altra cosa. Eccovi accontentati.
Irene Lorelai Visentin è nata in uno sperduto paesino collinare in provincia di Padova. Irene Lorelai Visentin (1990) cresce a colpi di barriere mentali in scuole cattoliche. Ma la vena cupa che ha sempre contraddistinto i suoi disegni e giochi di bambina (le Barbie perdevano capelli e braccia in pochi istanti, venendo impiccate agli alberi o usate come martelli), trasborda nell’inchiostro come un getto di vomito inarrestabile. Inizia a scrivere sin da ragazzina, divorando e amando, in tenera età, autori come Joe R. Lansdale.
Laureata in lingue, comprende la necessità impellente di creare il suo altrove sulla tastiera. Inizia quindi a raccontare la quotidianità attraverso un filtro grottesco, caustico, impregnato di una spietata autoironia e, in verità, di amore profondo. Scrive alcuni racconti che vengono pubblicati nel 2019 in un’antologia pulp-grottesca. Nello stesso anno la sua sceneggiatura “Le Carnee”, scritta a quattro mani col compagno, viene selezionata tra i finalisti del Torino Horror Film Festival.
“I Tredici” è la sua prima raccolta di racconti.
E a questo punto qualcosina anche sui suoi racconti corrosivi
Tredici racconti. Tredici trame affilate. Sospese sul filo di una narrazione dai tratti horror e grotteschi, intrise di oscure e tragiche profondità.
Solchi che divengono scarnificazioni. Corpi e anime sezionati in un viaggio introspettivo che è un susseguirsi di vite e vicende affacciate su miserie e solitudini, amori e rancori, misteri e tormenti, desideri e insoddisfazioni.
Sferzanti e rapide, come lo stile che accompagna l’autrice nei suoi racconti, le singole storie lasciano un segno indelebile, come un pirografo, una lametta, un vento improvviso, un taglio profondo nella carne […]
E infine i vostri sette indizi mancanti da sommare ai precedenti: la tomba di famiglia, il rasoio blu, l’acchiappasogni guasto, il cappotto rosso, l’occhio del rettile, la sciarpa e il rito.
Inquietudine e sorpresa. Raccapriccio e condanna. E un guizzo di tenera nostalgia. Sono solo alcune delle emozioni che vi attraverseranno.
Il vostro puzzle è completo. Vi manca la cornice. Quella dovrete aggiungerla voi, leggendo.
Rispondi