
La nostra seconda intervista, stavolta doppia, è dedicata a Francesco Cheynet e Lucio Schina, gli autori del romanzo dark/noir “Al di là della nebbia”.
Il romanzo apprezzato dal nostro pubblico di lettori è nato dalla passione per la scrittura di due amici.
Qui potete trovare la loro biografia completa.
Ma andiamo a conoscerli meglio. Cominciamo da Francesco Cheynet.
Gli abbiamo chiesto quali sono le sue letture e preferenze letterarie.
<<I generi che prediligo leggere sono il thriller e il giallo, ma mi fa piacere leggere anche altri tipi di romanzo e persino qualche bella biografia. Fra i moltissimi autori che ritengo bravi, ho una predilezione per Ken Follet che considero un genio nell’intrecciare vicende di persone e famiglie e incastonarle in un preciso periodo storico facendolo rivivere con gli animi dei protagonisti.>>
Bene, è sempre stimolante capire quali sono gli ambiti di interesse in cui si muovono gli autori. Abbiamo fatto la stessa domanda anche a Lucio Schina. E lui ci ha risposto così.
<<Intanto grazie per averci ospitati sul vostro blog.
La lettura è un momento di evasione, in cui lascio libera la mente di volare in mezzo alle storie più appassionanti. Prediligo i gialli e i thriller, inglesi e italiani principalmente, mentre l’autore che adoro in ogni sua sfumatura è Andrea Camilleri, di cui ho letto quasi tutto. Questo non mi impedisce di spaziare verso altri generi; mi rifugio spesso nei classici inglesi dell’800, nelle avventure pionieristiche di Jules Verne, nei capolavori di Pirandello, D’Annunzio, Verga, Sciascia, tanto per citarne alcuni a caso; mi fermo qui perché la lista sarebbe troppo lunga.>>
Del resto come non essere d’accordo con loro.
Venendo a noi e al romanzo appena pubblicato abbiamo chiesto a entrambi di raccontarci l’esperienza di scrittura a quattro mani.
Francesco ci ha così risposto: <<Quando con Lucio abbiamo deciso di fare questa esperienza assieme non avevamo idea di come potessimo organizzarci, ma tutto è venuto spontaneo. I nostri romanzi nascono dall’intuizione di uno di noi. Ci si vede in pizzeria e si presenta l’idea, poi si comincia a discuterla, ad ampliarla, a modificarla sino ad ottenere lo scheletro di una storia (introduzione, svolgimento e fine). Ma siamo solo all’inizio. Ci si vede una seconda volta e si struttura la prima parte della storia (che può essere il primo capitolo o qualche paragrafo) assegnandoci i compiti di scrittura (si divide a circa a metà); ci si scambiano le parti scritte, le uniamo e poi ognuno fa una lettura completa con totale licenza di cambiare e migliorare tutto ciò che si ritiene opportuno. Poi ci si vede di nuovo e si organizza la parte successiva con lo stesso identico procedimento, e così sino ad arrivare alla conclusione. Una cosa è certa: il romanzo terminato ha solo qualche vaga traccia dell’intuizione iniziale, tanti sono i cambiamenti che decidiamo poi di fare in corsa. Chiaramente siamo in costante contatto tramite WhatsApp per aggiornarci a vicenda. A mio avviso l’elemento essenziale per scrivere un romanzo a quattro mani è la mancanza di egocentrismo. Si deve essere pronti, anzi felici, del fatto che ogni cosa che scrivi possa essere modificata o cancellata dal coautore, perché questo significa crescere, migliorare, interpretare quello che scrivi con gli occhi di un altro.>>
In merito ecco invece cosa ci ha detto Lucio: <<Nella prima fase gettiamo le basi della storia; discutiamo ogni idea che ci viene in mente, scartando quelle meno interessanti e portando avanti gli spunti più originali. Una volta stabilito l’inizio e la fine del racconto, procediamo con lo sviluppo della trama, la creazione dei personaggi e le varie sotto trame. A quel punto iniziamo a scrivere assegnandoci parti concordate, ma questo avviene all’interno di un continuo scambio di informazioni, idee, proposte, problematiche. Terminato il lavoro di stesura, ci scambiamo le parti per una fase di controllo, correzione, armonizzazione e miglioramento. Ce le rimbalziamo fin quando non ne siamo totalmente soddisfatti; a quel punto ci fermiamo e organizziamo una serata in pizzeria, dove ci presentiamo con le idee e spunti per il secondo capitolo, e tutto riparte dall’inizio. Una volta che abbiamo concluso la bozza ci fermiamo qualche giorno, poi riprendiamo in mano il tutto e avviamo un processo di miglioramento generale, concentrandoci sull’eliminazione dei refusi e sulla punteggiatura. Facciamo allora leggere il testo a due persone fidate e competenti e infine, dopo aver ripetuto diverse volte questo processo, provvediamo a inviare il manoscritto selezionando alcune case editrici, specificando, nella lettera di accompagnamento, che si tratta di una bozza migliorabile con un gioco di squadra.>>
E arriviamo a farci dire come è nato Al di là della nebbia.
Partiamo sempre da Francesco: <<Come gli altri romanzi, Al di là della nebbia è nato fra il fumo e l’odore di una pizza appena servita, in una pizzeria di Ciampino dall’aspetto rustico. Credo che fosse fine Marzo 2018. Lucio mi ha presentato la sua idea e indovinate un po’, non mi ha fatto impazzire, ma all’interno c’erano degli elementi che a mio avviso dovevano funzionare: il treno, la metafora del viaggio, la presa di coscienza di qualcosa che sfugge ai nostri ricordi. Da un’idea che si accostava al genere romance-fantasy, siamo riusciti a elaborare una storia che ha elementi del giallo, del thriller e dell’horror, e non appena l’abbiamo schematizzata abbiamo pensato che si sarebbe potuto tirare giù un ottimo romanzo, originale e profondo. Speriamo di essere riusciti a scriverlo nel migliore dei modi e per fortuna, i riscontri che abbiamo finora, sono molto positivi.>>
Lucio: <<Al di là della nebbia è stato il nostro primo racconto e lo abbiamo terminato meno di due anni fa. Scrivevamo da tempo ed eravamo amici da anni ma, da qualche settimana, ci era balenata l’idea di provare a farlo insieme. Inizialmente non ero convinto della fattibilità, ritenevo complicato coordinare un unico lavoro dividendolo per due; fin dall’inizio, però, ho avvertito un feeling che ha reso tutto facile e naturale. Dopo i primi giorni era come scrivessimo all’unisono. La sua genesi si è rivelata molto divertente; avevamo buttato giù delle idee, una sera ne abbiamo discusso a cena. Inutile dire che quanto stabilito all’antipasto era stato rivoluzionato al caffè. Ricordo ancora che la prima idea discussa descriveva un giardino un po’ da fiaba, una casa con enormi porte finestre, uno strano silenzio e un misterioso pianoforte di cristallo al centro. Un’altra era un thriller ambientato ai nostri giorni nel mondo del calcio. Dato che voi conoscete la trama di ciò che è arrivato alle stampe, capirete quale lunga autostrada di fantasia abbiamo percorso in quelle due ore. Eravamo talmente convinti di aver afferrato un’idea originale che non vedevamo l’ora di iniziare; dopo nemmeno quattro mesi avevamo terminato la prima stesura!>>
Ringraziamo i nostri autori, con i quali avremo modo di parlare ancora e vi diamo appuntamento alla prossima intervista!
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