
Cari lettori, ben ritrovati.
Oggi diamo il via a una serie di interviste dedicate ai nostri autori. Così, due chiacchiere per conoscerli meglio, per sbirciare un po’ nelle loro vite e incontrarli più da vicino attraverso le loro passioni e letture, esperienze e racconti.
Iniziamo con Andrea Biscaro, l’autore de La Foresteria delle tre sorelle.
Più che interviste, le nostre sono delle chiacchierate.
Cominciamo:
Andrea Biscaro, nato a Ferrara, vive da anni all’Isola del Giglio. Artista poliedrico, ha all’attivo molte pubblicazioni tra thriller, romanzi storici, gialli, libri per ragazzi.
Questo in estrema sintesi. Nella nostra apposita sezione dedicata agli autori troverete la sua biografia completa.
Per prima cosa gli abbiamo chiesto di parlarci delle sue letture preferite, quindi genere e autori. E, leggerete, ci ha dato anche alcuni consigli di lettura […]
<<Sono onnivoro. Leggo di tutto, purché si tratti di bei libri. Di grandi storie. Di scrittura vera.
Ho un amore particolare per Bret Easton Ellis (“American Psyco”, “Glamorama”, “Acqua dal sole”…): un genio, un innovatore, un dialoghista senza pari, un virtuoso dello stile.
Ho passato l’infanzia in compagnia di Edgar Allan Poe, Lovecraft, Stephen King, Clive Barker, Baudelaire, Rimbaud. Ma anche di Tiziano Sclavi, Dino Buzzati, Pier Paolo Pasolini.
Adoro la narrativa, ma anche la poesia, la fiaba, il fumetto, la musica. Alto e basso convivono da sempre in me. Colto e popolare. Radici profonde e cieli altissimi.
Tra gli autori italiani contemporanei: Simona Vinci, Isabella Santacroce, Francesca Mazzucato, Alda Teodorani, Eraldo Baldini.
Alcune mie letture di questi ultimi mesi (che consiglio caldamente): “La parete” di Marlen Haushofer, “King Kong Theory” di Virginie Despentes, “Momenti straordinari con applausi finti” di Gipi, “Walden” di Henry David Thoreau, “Maledetti toscani” di Curzio Malaparte.>>
La domanda successiva vien da sé. Come e quando è nata la passione per la scrittura?
<<Ho cominciato a scrivere da bambino, a sei sette anni. Una passione che andava di pari passo con le mie letture – voraci e proibite – e con la consapevolezza che avrei potuto costruire un mio personalissimo rifugio dalla realtà. Raccontare storie è sempre stato naturale. Come parlare. Come bere acqua da una sorgente. Come esplorare il buio. Come ascoltare le favole dal nonno.>>
Andrea Biscaro ha all’attivo numerose pubblicazioni, con noi è uscito da poco La Foresteria delle tre sorelle, un romanzo thriller/horror che voi lettori avete e state apprezzando molto, ne abbiamo quindi approfittato per chiedergli qualcosina sul personaggio di Antonio Brando, protagonista di questa avventura allucinante e delirante ambientata in Maremma.
E ci siamo fatti spiegare come e quando è nato Antonio Brando. Con tanto di spolier!!
<<Per caso, qualche anno fa, immaginando una sorta di alter-ego invecchiato, annoiato, bolso, famoso, ricco e appesantito. Un antieroe. Uno scrittore che non scrive più. Con una spalla importante, Valentina, sorta di voce ironica fuoricampo che accompagna sempre Antonio nelle sue avventure.
Esistono altre due storie con Brando protagonista. Una, uscita da poco con Eretica e ambientata all’Isola del Giglio, e “Dittico del sangue”. L’altra, forse, che pubblicherete voi…!>>
Restiamo su Antonio Brando. A questo punto ci soffermiamo sulle iniziali del nome del protagonista.
Sono riconducibili alle iniziali del tuo nome. È un caso o una scelta voluta?
<<Entrambe le cose. Un caso e una scelta voluta!>>
Raccontaci se e come è cambiato il tuo rapporto con la scrittura. Cosa significa scrivere oggi e cosa significava agli inizi? Cos’è rimasto, cos’hai perduto, e cosa hai guadagnato?
<<Non è cambiato quasi nulla, in realtà. L’approccio è sempre lo stesso. E medesima, la meraviglia. Scrivere è tornare bambini. È una macchina del tempo. È la possibilità di un nuovo alfabeto. È un parto imprevisto. Un esperanto incorrotto che vive di proprie incodificabili leggi e regole.
È più ciò che ho guadagnato, senza dubbio.
Ogni anno che passa, è un passo in avanti nel mistero della scrittura.
La cosa bella, però, è che – nonostante l’esperienza, la devozione e la dedizione – non vedrai mai veramente la luce. La scrittura è un “giallo” che non verrà mai svelato fino in fondo. Anche se ti sembra di possedere ogni mezzo, ogni chiave, ogni mazzo, lei è sempre oltre la soglia. Scrivere è questa continua rincorsa. È una ricerca senza fine. E senza bussola.>>
Accanto allo scrittore convive il ghostwriter.
<<Fare il ghostwriter è prestare la tua anima (non solo la tua penna) ad un’altra persona. È un gioco psicanalitico di transfer. Pericoloso, anche. Divertente, spesso. Per chi, come me, vive spiando le vite degli altri (ogni scrittore, in fondo, è una spia), fare il ghostwriter è una splendida opportunità. Sono entrato in decine di storie, in decine di corpi, in decine di vite. Ognuna di esse mi ha lasciato addosso un segno, una cicatrice. Ogni vita, anche la più lontana, anche la più strana, ha depositato in me un seme. Che andrà ad alimentare, inevitabilmente, le successive scritture.
Ho scritto decine di biografie, romanzi, manuali, sceneggiature, tesi, testi di canzoni. Io lascio una traccia di me in ogni libro che scrivo per altri. Una sorta di firma in filigrana.>>
Questo è tutto. Per ora. Ma torneremo ancora.
To be continued…
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