Nascita del genere “giallo”: ancora della disputa Poe-Dumas (padre)

Chi è il padre del genere giallo?

Prosegue e termina con la risoluzione (?) del caso, come in tutti i gialli che si rispettano, la disputa tra Edgar Allan Poe e Alexandre Dumas.

Lo scrittore francese appare sin dal principio il presunto colpevole. Del plagio. Dumas cita ripetutamente Poe. Ma Poe chiama Dumas il medico legale del suo racconto.
Sembriamo essere ancora a un punto morto.

Passiamo al confronto diretto tra i due autori attraverso le loro opere.

C’è da dire che la trama non varia. E inoltre, i racconti hanno diversi e importanti elementi in comune...

Partiamo dal protagonista del romanzo di Poe: Auguste Dupin. Intelligenza brillante, analitica. È un personaggio che Dumas riprende nel suo racconto, con un nome diverso, e da lui stesso citato. Dumas da poi il suo nome al medico legale.


A complicare ulteriormente la situazione sono queste continue e reciproche citazioni da parte dei due autori nei rispettivi racconti, al punto da identificarli nell’io narrante delle proprie opere: il protagonista del racconto di Alexandre Dumas è chiamato Edgar Poe, mentre dall’altro lato il medico legale del racconto dello scrittore americano è chiamato Dumas.

Poe ambienta il suo racconto in rue Morgue. A Parigi la rue Morgue non è mai esistita. Fin dal 1718 esisteva però la Morgue, zona dell’obitorio dove venivano esposti i corpi degli ignoti e dei barboni. Questa via viene descritta da Poe come “una di quelle stradine che attraversano rue Richelieu e rue Saint-Roch” e cita Saint-Roch anche più avanti nel racconto, per indicare un quartiere.
Dumas ambienta il suo racconto in rue Saint-Roch. Proprio qui si realizza l’assassinio raccontato nella sua opera senza però citare la rue Morgue.

E allora. A questo punto. A chi dei due attribuire la paternità del genere?

Da quanto emerge e da quanto si dice la paternità sembra appartenere ad Edgar Allan Poe.
Ma… E questo è un giallo destinato a non trovare, ahinoi, piena risoluzione, la questione rimane aperta e questo caso di plagio apre altri interrogativi in merito alla vita dei due scrittori e ai loro rapporti.

È strano che queste evidenze non siano saltate all’occhio già ai tempi di Dumas; come è chiaro che Dumas non aveva alcuna intenzione di nascondere il plagio.

Resta il mistero. Il dubbio. L’incertezza. E il fascino di una disputa che vede in campo due pesi massimi della letteratura alle prese con la paternità del primo racconto giallo mai scritto.

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